Forum P.A. 2012


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La corretta corruzione

Alla Nuova Fiera di Roma il disegno di legge del governo m

di Emanuela Gialli

Da 52 mila dipendenti amministrativi agli attuali 38 mila. Nel 2014, a seguito dei pensionamenti, non rimpiazzati, scenderanno ancora, fino a raggiungere quota 34 mila. “Con questi numeri come si possono gestire gli oltre 2 mila uffici giudiziari presenti sul territorio?”. La domanda se l’è posta, in apertura del suo intervento al Forum della Pubblica Amministrazione, a Roma, il direttore del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri. “Ci sono Tribunali come quello di Torino, che coprono un territorio di 1.800.000 abitanti, ed è eccessivo. Altri che non arrivano nemmeno a 200 mila abitanti. Stiamo cercando di comporre, scomporre oppure anche mantenere tribunali limitrofi. E alla fine, tra qualche settimana, la relazione alla “Carta giudiziaria” sarà nelle mani del ministro Severino”, ha spiegato Birritteri a una platea di avvocati, cancellieri e altri addetti ai lavori. E così, con ulteriori tagli di personale e la scomparsa sul territorio di alcune realtà giudiziaria, il sistema giustizia potrà funzionare meglio? “Non ci si illuda - ha detto Birritteri – che queste modifiche possano rendere la Giustizia più efficiente. E’ un primo passo verso una ottimizzazione delle strutture organizzative”. Poi, a Televideo, Birritteri ha parlato anche delle toghe: “Certo, se i magistrati lavorassero in modo diverso, e motivassero adeguatamente il personale, gli uffici sarebbero più funzionanti”.

Mentre si parlava della rivoluzione delle circoscrizioni delle Corti di Appello, nel Padiglione di fronte si svolgeva un incontro sul tema “Una nuova stagione nel contrasto alla corruzione”, con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il giudice di Cassazione, Raffaele Cantone e il Capo di Gabinetto del Ministero della PA, Roberto Garofoli. “Nella mia esperienza di magistrato ho imparato che le grandi truffe, le grandi corruzioni si realizzano pur nella correttezza formale degli atti, che sono ineccepibili. Parliamo di grandi corruttori, di colletti bianchi, che conoscono le regole. Dunque è necessario monitorare le singole attività e poi anche l’atto”, ha fatto notare De Magistris. “E’ vero che c’è sempre qualche nostalgico delle forme antiche di corruzione, come Poggiolini che metteva i lingotti d’oro sotto il materasso, ma ormai non ci sono più. La corruzione più insidiosa è quella che si annida in procedimenti in cui formalmente è tutto a posto: la consulenza appostata nel bilancio in un certo modo –ecco perché siamo contro la modifica proposta al disegno di legge sul falso in bilancio- oppure negli incarichi assegnati”. “Non credo che la medicina per affrontare la questione morale sia quella di penalizzare il pubblico, quando non va bene, a favore dei privati”, ha sottolineato De Magistris. “Non si possono privatizzare i servizi essenziali per la collettività con la conseguenza che ad esempio, come è già successo, la Corte dei Conti non può più controllare”. Dunque massima attenzione, non solo formale, ma soprattutto sostanziale, all’intera “filiera” della P.A.., per stanare la corruzione, nascosta dietro atti e procedure regolari.

“Giusti i controlli, ma servirebbe anche introdurre un ‘premio’ per gli onesti”, ha affermato il giudice Raffaele Cantone: “Anche i controlli burocratici sono necessari”.

Il disegno di legge di contrasto alla corruzione segue intanto l’iter parlamentare. “Il 28 maggio arriva nell’Aula di Montecitorio”, ha ribadito il capo di Gabinetto del Ministero della PA, Roberto Garofoli. “In quella sede, il ministro presenterà un pacchetto di misure di prevenzione della corruzione”. Il governo porrà la fiducia? “Mi auguro di no. E’ difficile che le forze politiche possano avere un atteggiamento ostile nei confronti della lotta alla corruzione”, ha detto fiducioso Garofoli. “Intanto –ha spiegato- è stato firmato un primo protocollo, che anticipa la legge, tra il ministro Cancellieri e il ministro Patroni Griffi e dall’altra parte il sindaco di Napoli e la Regione Campania. Queste due amministrazioni si sono impegnate a mettere in campo un’azione di contrasto, con piani organizzativi, accettando l’ausilio tecnico del Ministero della PA, dell’Interno, della Prefettura di Napoli. E’ una sperimentazione, che si potrebbe in futuro esportare ad altri comuni italiani”.