La gambizzazione del dirigente di Ansaldo Energia Roberto Adinolfi è ''un chiaro atto terroristico'' anche se ''per il momento s'ignora ancora la matrice'' perché ''manca una specifica rivendicazione'': restano cauti gli inquirenti che cercano di venire a capo di quanto e' successo stamani in via Montello, a Genova. Un fatto che sposta le lancette del tempo agli anni Settanta.
Dopo l'agguato, avvenuto poco dopo le 8 di ieri, il procuratore capo Michele Di Lecce ha assunto il coordinamento delle indagini affidandole al Ros dei carabinieri e alla Digos, incaricando delle indagini i due pm esperti di terrorismo, Silvio Franz e Nicola Piacente. L'apertura del fascicolo contro ignoti, però, non svela il convincimento sulla matrice dell'agguato dei magistrati: il reato rubricato è 'solo' quello di ''lesioni volontarie aggravate'' dall'uso dell'arma.
Bocche cucite in procura: il pm Franz si è recato ieri pomeriggio all'ospedale per ascoltare la prima testimonianza di Adinolfi che, dopo l'intervento in sala operatoria, durato circa 40 minuti, ha raccontato come si è svolto il fatto.
Proprio il modus operandi dei due uomini che hanno portato a termine l'agguato, e il tipo di arma utilizzata, una Tokarev di fabbricazione russa calibro 7,62, tracciano contorni specifici all'agguato. Una prima ipotesi, quella della pista anarchica, sembra stia perdendo peso con il passare del tempo anche se sono marcate le analogie con le gambizzazioni negli anni '70 ad opera di Azione Rivoluzionaria di Salvatore Cinieri e Gianfranco Faina (entrambi erano residenti a Genova).
La mancanza della rivendicazione, poi, ha portato nel pomeriggio a far dire al procuratore Di Lecce che ''al momento non è possibile attribuire quanto successo ad una specifica matrice'', anche se ''non possiamo escludere l'eversione''.
Nelle prossime ore gli inquirenti riceveranno le prime relazioni di carabinieri e polizia che, soprattutto dopo il ritrovamento della moto usata per compiere l'attentato, uno scooter Yamaha XMax, potranno meglio indirizzare le indagini.
In attesa di una rivendicazione, gli inquirenti stanno comunque verificando ogni aspetto della vita professionale di Adinolfi, compresa la sua attività all'estero, visto che le sue competenze tecniche sul nucleare lo hanno portato spesso ad affrontare dossier internazionali.
Anche i videofilmati delle telecamere di sorveglianza di un vicino centro sportivo saranno utili per capire. E, oggi, summit dei magistrati in procura con le forze dell'ordine.