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La Juventus festeggia il suo 28° scudetto

I bianconeri battono 2-0 il Cagliari, mentre il Milan perde 4-2 il derby. Terzo posto: balzo dell'Udinese, crolla il Napoli, ci riprova la Lazio vucinic_esulta_296

di Nicola Iannello

Quattro giorni per passare dalla notte delle streghe a quella del trionfo. Novantasei ore dopo la beffa del pari contro il Lecce (corredato da papera di Buffon), la Juventus fa suo lo scudetto con un turno d'anticipo. La serata della 37.ma giornata si chiude con i bianconeri che battono 2-0 il Cagliari a Trieste, facendo quindi quanto dovevano per mantenere comunque la vetta, mentre il Milan crolla 4-2 nel derby e precipita a -4 in classifica. Due partite che vivono in simultanea e che si mettono subito bene per i bianconeri. Al 6' Vucinic va via sul filo del fuorigioco (forse un po' in là) e infila sotto le gambe di Agazzi. E il 'Nereo Rocco', teoricamente campo di casa del Cagliari in pratica feudo juventino, esplode nuovamente al 14' quando Milito sblocca il derby a favore dell'Inter. A 'San Siro', però, il Milan macina gioco. Di contro la Juve non è particolarmente brillante, anche se l'unico rischio è rappresentato da un tiro di Pinilla dai 30 metri. Ibrahimovic manca un paio di buone occasioni, l'Inter tiene botta. Al 44' i rossoneri trovano il pari su rigore di Ibra, ma il fallo di Julio Cesar su Boateng non sembra esserci (l'intervento è sulla palla, poi tocca anche il giocatore). Intervallo con la Juve comunque campione (+3 e scontro diretto a favore). L'inizio della ripresa gela Trieste. I bianconeri non hanno neanche ripreso il gioco quando arriva la notizia del raddoppio del solito Ibra (che arriva a 28 centri), cui bastano 30" per battere Julio Cesar in diagonale. Il Milan deve crederci, ma un'ingenuità di Abate, intervento evitabile su Milito, manda il 'Principe' sul dischetto e al 52' è 2-2. Boato a Trieste, con la Juve che prosegue al piccolo trotto. Più interessante, anche per l'altalena del risultato, la partita di 'San Siro'. Rossoneri sempre proiettati in avanti, Inter sorniona. Intorno alla mezz'ora la doppia svolta che colora di bianconero lo scudetto: al 74' Canini anticipa Borriello imprimendo, però, alla palla una strana traiettoria che beffa Agazzi; al 79' Nesta intercetta con il braccio un colpo di testa di Pazzini (abbastanza ravvicinato) e Milito si ripresenta sul dischetto con uguale esito (23° gol in campionato). Inter avanti 3-2, Juventus a +4. Così la partita può trascinarsi verso la fine a Trieste, con l'orecchio teso a 'San Siro'. Da cui, all'87', arriva il sigillo con Maicon che trova il supergol da distanza siderale. L'Inter vince così entrambi i derby di campionato, rilancia le speranze per il terzo posto e condanna i 'cugini'. A Trieste, intanto, è deflagrata la festa tricolore.

Intanto, i verdetti del pomeriggio erano stati favorevole all’Udinese per la volata per un posto in Champions League e duro per il Genoa nella lotta per la salvezza. I friulani con la vittoria proprio sul Grifone salgono a 61 punti, tenendo a distanza la Lazio (59 punti) passata in casa dell’Atalanta e staccando il Napoli (58) caduto a Bologna. A 90’ dal termine del campionato la squadra di Guidolin appare la pretendente più accreditata per il terzo posto, anche se tutto verrà deciso all’ultima giornata: Udinese a Catania (con un pari avrebbe la certezza matematica del terzo posto), Lazio con l’Inter, Napoli col Siena. Nella corsa per la permanenza in serie A, pessima giornata per il Genoa, che però conserva 3 punti di vantaggio sul Lecce: nel prossimo turno rossoblù in casa ma a porte chiuse col Palermo, salentini a Verona col Chievo. In caso di arrivo a pari punti, si salverebbe il Lecce.

Al ‘Friuli’ è 2-0 per i padroni di casa. Dopo solo 10’ Guidolin perde Pinzi per una botta al ginocchio e deve rivedere il suo 3-5-2, inserendo Pazienza in mezzo al campo; Fabbrini spalla di Di Natale in avanti. Si copre Di Canio con difesa a quattro e centrocampo a cinque, lasciando sulle spalle di Palacio il peso dell’attacco. Kucka rimedia due cartellini gialli in 29’ minuti, il secondo con il fallo che propizia il vantaggio friulano con Di Natale direttamente su punizione (30’): sono 22 i centri del bomber bianconero. Genoa addirittura in nove quando Tagliavento mostra il rosso diretto a Palacio con l’accusa di averlo insultato; l’attaccante rossoblù prova a spiegare di essersela presa con un compagno, ma il direttore di gara è irremovibile. Nel secondo tempo il raddoppio di Floro Flores con una zampata su cross di Basta dalla destra (66’).

All’Azzurri d’Italia passa la Lazio: 2-0 all’Atalanta. Colantuono schiera un 4-4-1-1, con Maxi Moralez dietro Denis. Per Reja, due mediani (Gonzalez e Cana) davanti ai quattro difensori, Candreva, Mauri e Lulic a supporto di Kozak. Proteste nerazzurre per un intervento di Diakité in area su Denis. Sul fronte biancoceleste, traversa di Gonzalez, con la palla che poi rimbalza sulla linea, poi Lazio in vantaggio con girata di Kozak deviata da Manfredini alle spalle di Frezzolini (35’). Il raddoppio porta la firma di Cana che intercetta un rinvio della difesa atalantina e poi scaglia un missile sul ‘sette’ lontano (91’). Atalante a quota 46 punti.

Cade il Napoli al ‘Dall’Ara’. Pioli con Diamanti dietro le punte Di Vaio (che saluta il suo pubblico prima di partire per il Canada) e Acquafresca. Mazzarri conferma il suo 3-5-2 con Pandev in campo e Lavezzi in panchina. Partenopei scatenati in avvio. Miracolo di Agliardi su girata di Hamsik. Traversa di Cannavaro con un gran tiro da fuori. Ma passa il Bologna con Diamanti, smarcato da un tocco di Acquafresca all’altezza del dischetto del rigore (17’). Agliardi evita l’autorete su deviazione di Cherubin su punizione di Pandev, deviando il pallone sulla traversa. Cavani fuori di sinistro, poi pallonetto che colpisce la parte superiore della trasversale (e sono tre), poi lo stesso uruguaiano mette fuori dal centro dell’area. Agliardi respinge sempre su Cavani da vicino. Nella ripresa, al 10’ Lavezzi rileva Maggio e dopo pochi minuti sfiora il palo su punizione bassa. Più azzeccato il cambio di Pioli, che toglie Acquafresca e inserisce Rubin che raddoppia al 64’ con un sinistro potente sotto la traversa. Palo di Di Vaio da distanza ravvicinata; lo stesso attaccante non concretizza poi due altre occasioni. Bologna in scioltezza, Napoli stanco. Rubin chiama De Sanctis al grande intervento su un diagonale da sinistra. Finale burrascoso: dopo una rissa che vede entrare in campo anche le panchine, l’arbitro Bergonzi (lo stesso della convulsa conclusione di Udinese-Lazio) espelle Dzemaili e Morleo, risparmiando Di Vaio. Bologna a 51 punti.

Scintillante pareggio al ‘Barbera’: 4-4 tra Palermo e Chievo, dopo un’altalena di emozioni. Zahavi a sostegno di Miccoli e Budan nella formazione di Mutti. Rombo a centrocampo con Cruzado vertice alto e Pellissier e Uribe di punta per Di Carlo. Rosanero alla garibaldina. Rigore per atterramento di Migliaccio stretto tra Rigoni e Jokic, trasforma Miccoli (10’). Raddoppio sempre del capitano su assistenza di Migliaccio, con proteste clivensi per un presunto fuorigioco (19’). Rigore anche per il Chievo per fallo di mano di Pisano (il braccio però è attaccato al corpo), Pellissier spiazza Viviano (27’). Uribe con un sinistro radente dopo un bel controllo appena entrato in area riequilibra il risultato (30’). Neanche il tempo di riprendere il gioco che Luciano, appena entrato, brucia Silvestre e batte Viviano (46’). Palermo in bambola, Chievo padrone del campo. Pellissier fulmina il portiere rosanero con un destro basso su una ripartenza (72’). La squadra di Mutti si scuote e accorcia subito le distanze con una girata volante di Miccoli su palla a seguire di Donati (74’). Si concretizza la rimonta dei siciliani con una bomba ravvicinata di Silvestre che sbatte sulla traversa e poi finisce in rete (89’). Chievo a 46 punti, Chievo a 43.

Partita a viso aperto tra le due squadre già retrocesse. Al ‘Piola’ Novara e Cesena onorano il calcio con un 3-0 che punisce oltre misura i romagnoli. Tesser si affida a Mascara a supporto di Jeda a Caracciolo in avanti. Beretta senza Iaquinta e Mutu, con Antonioli in porta al posto dell’annunciato Ravaglia. È la giornata di Rigoni. Primo gol su rigore per fallo su Jeda di Colucci (29’). Nel secondo tempo ancora rigore per i piemontesi per fallo di mano di Von Bergen, di nuovo positiva la trasformazione di Rigoni (67’). Caracciolo si divora subito dopo il tris, centrato poi – anche personalmente – da Rigoni, che riprende una carambola tra palo e Antonioli su tiro di Morganella (85’).

All’ora di pranzo, vittoria del Parma a Siena con reti nella ripresa di Giovinco (e sono 15) e Floccari. Parma a 53 punti, Siena a 44.