di Rodolfo Fellini
(r.fellini@rai.it)
Gli ultimi spot della campagna per le presidenziali francesi hanno confermato le sostanziali differenze caratteriali tra i candidati approdati al ballottaggio. Mentre il socialista Hollande punta su un messaggio corale ma pacato, il gollista Sarkozy sfoggia un carisma da protagonista assoluto.
Un messaggio corale
Lo spot socialista, concepito dallo staff di François Hollande in vista del ballottaggio e diffuso dalla tv pubblica, dura 1’34’’. Si apre con il rassicurante sottofondo di una chitarra, su cui compaiono i primi piani silenziosi di 4 persone: dapprima un ragazzo, poi una ragazza, quindi un uomo e infine una donna, entrambi di mezza età. Tutti sono inequivocabilmente francesi di etnia europea, tutti abbozzano un timido sorriso. Dopo 4 secondi, compare François Hollande, in camicia bianca, giacca e cravatta color antracite. Le sue prime parole (“Miei cari concittadini, è adesso che dobbiamo ritrovare l’unità”) riassumono il cuore del messaggio che in seguito verrà ribadito sotto altre forme.
Il discorso viene interamente trascritto con sottotitoli neri su fondo bianco. L’urgenza e la necessità del cambiamento si esplicitano da mesi con lo slogan “Le changement, c’est maintenant” (Il cambiamento è adesso). Il tormentone “C’est maintenant” viene ripetuto nello spot per ben 18 volte, in media una ogni cinque secondi. Per 8 volte, a pronunciarlo è il candidato in giacca e cravatta, per 10 volte i cittadini-testimonial, che sfoggiano ogni genere di abbigliamento, ma sempre all’insegna del rigore e della sobrietà.
Tra i protagonisti dello spot, Hollande è l’unico che pronuncia frasi di senso compiuto. Dopo di lui, i concetti vengono di volta in volta avviati, sviluppati o conclusi da vari personaggi in rapida successione. Hollande ricompare ciclicamente per lanciare nuovi messaggi, talvolta con l’accompagnamento visivo di altri volti muti, ma significativi. Dopo aver ricordato la necessità di “raddrizzare la finanza e metterla al servizio dell’economia”, il filmato entra nella sua parte centrale. Ne sono protagonisti 10 cittadini-testimonial, che si susseguono sottolineando l’urgenza di tutelare le imprese e l’agricoltura, salvaguardare l’ambiente, incoraggiare le energie rinnovabili e ritrovare il senso della giustizia. Quindi, ritornando al concetto di Paese unito, parte l’attacco ai temi della destra: un giovane sostiene infatti che occorre “rifiutare l’idea di una Francia divisa”, divisa dalla “paura del futuro, del resto del mondo e del diverso”. Non a caso, la richiesta di “garantire sicurezza per tutti” viene affidata a una donna che si intuisce di origine maghrebina. Per il resto, tra i testimonial non ci sono persone di origine sub sahariana o asiatica, mentre compare invece un bambino che chiede di rafforzare il sistema scolastico. Lo spot si avvia alla chiusura e, attraverso altre tre persone, torna su quanto sia importante “ritrovare ciò che ci rende coesi, forti e orgogliosi: la Repubblica”. Ricompare quindi Hollande a chiudere, ribadendo: “E’ adesso che dobbiamo unirci per riuscire a cambiare. Il cambiamento è adesso”. Quest’ultima frase viene ripresa da una scritta rossa su fondo bianco, con l’invito a votare per il candidato socialista.
Il leader carismatico
Lo spot di Sarkozy è lungo 2’48’’, quasi il doppio rispetto a quello del rivale. Il video si accompagna per tutta la sua durata a una musica sincopata, che rimanda alla colonna sonora di film d’azione. Subito, un piccolo colpo di scena rivolto ai detrattori del candidato: la prima persona ad esprimersi è una giovane di origine sub-sahariana. E lo fa per garantire che “Nicolas Sarkozy è l’unico presidente capace di unire tutti i francesi, di ogni origine e categoria socio-professionale”.
Lo spot del presidente uscente punta, nella sua prima parte, sull’effetto-intervista ai comuni cittadini, i quali vengono mostrati solo per brevi istanti, mentre le loro dichiarazioni vengono coperte da immagini che ritraggono il candidato. Così, quando un uomo dai capelli bianchi lo definisce “un leader in grado di dirigere la Francia”, si vede il presidente a colloquio con un gruppo di operai, e quando se ne sottolineano i cinque anni di esperienza da “statista”, le immagini lo ritraggono con Angela Merkel e Barack Obama. La sequenza dei cinque cittadini-testimonial si chiude con un giovane che loda le “decisioni difficili” prese da Sarkozy, come la riforma pensionistica, e con un anziano, la cui figura ricorda quella di un sacerdote, che sentenzia: “Sentirsi dire la verità può essere spiacevole, ma fa sempre bene”.
Analogamente a quello di Hollande, anche lo spot di Sarkozy è interamente sottotitolato con scritte nere su sfondo bianco. Rispetto a quello del socialista, i toni sono però molto più personalistici: dopo la breve premessa, affidata al campione rappresentativo dei francesi, è sempre Sarkozy a parlare, e lo fa senza interruzioni. Il candidato, preceduto dalle immagini di un affollato comizio, compare davanti a uno sfondo azzurro, con al fianco lo slogan “La Francia forte” a caratteri cubitali. Eloquente il vocativo scelto per l’incipit: “Cari compatrioti, ho voluto ascoltare il messaggio che al primo turno voi elettori avete lanciato a noi candidati”. E subito entra nel vivo. “L’Europa –sostiene- non può più essere un colabrodo e deve avere dei confini; l’Europa deve proteggere la nostra civiltà e il nostro stile di vita”. Poco dopo promette: “dimezzerò il numero degli stranieri che accoglie il nostro Paese, non perché abbiamo paura del diverso, ma perché se oggi il sistema di integrazione alla francese non funziona più è perché ne abbiamo già accolti troppi”. Il tema, così caro all’elettorato di Marine Le Pen, è assolutamente centrale, tanto da monopolizzare l’intero spot. “Se entro un anno le cose non cambieranno, sospenderemo il Trattato di Schengen”, dice Sarkozy, per poi annunciare che entro la fine dell’anno chiunque vorrà trasferirsi in Francia dovrà sottoporsi a un esame per “dimostrare la padronanza della lingua e la conoscenza dei valori della Repubblica”. E per chiudere il discorso, il presidente chiama direttamente in causa Hollande: “Perché il candidato socialista vuole concedere il voto agli stranieri? Se vogliono votare, chiedano la cittadinanza”. Segue un primo appello: “Il 6 maggio, la Francia sarà davanti a una scelta storica, in cui ogni voto conterà”, quindi le immagini del gigantesco comizio parigino a Place de la Concorde, luogo-feticcio della destra francese, e Sarkozy che arringa i presenti: “Popolo di Francia, non abbiate paura. Se decidete di voler vincere, aiutatemi, aiutate la Francia”. Quindi anche lui si appella al “maintenant”: “Qui e adesso, viva la Repubblica, e viva la Francia”. Lo spot si chiude con un ritorno allo sfondo azzurro, alla cui base vengono proiettati cinque gruppi di persone, sormontate infine dalla scritta “La Francia forte, siete voi”.