di Federica Marino Sulla scia del ciclo inaugurato nel 2004 per valorizzare e mettere in luce l’arte rinascimentale in Umbria, dopo Perugino, Pinturicchio e Piermatteo d’Amelia è adesso il turno di Luca Signorelli, il maestro di Cortona, “tanto famoso… quanto nessun altro in qual si voglia tempo sia stato giammai”, come ebbe a scrivere Piergiorgio Vasari.
Tre mostre in tre città o meglio una mostra “diffusa”, che nelle diverse sedi espositive tocca momenti e ambiti diversi della produzione del Signorelli, per restituirne la complessità d’artista e di uomo "de ingegno et spirto pelegrino”. Perugia, Orvieto e Città di Castello le città scelte, e cento le opere esposte: circa due terzi sono del Signorelli e le altre, per contestualizzarne il genio, di contemporanei.
Nel capoluogo umbro, sede espositiva è la ricchissima Galleria nazionale a Palazzo dei Priori: poiché in questa sede si vuole esplorare l’influenza sulla prima produzione del Signorelli dell’opera di Piero della Francesca, la mostra apre con la sua Madonna di Senigallia, da confrontare con importanti dipinti del Signorelli assenti dall’ultima monografica italiana del 1953.
Le madonne di Boston, Oxford e Venezia sono esposte in sequenza, insieme con un affresco staccato a Città di Castello e la Presentazione al Tempio (ex Cook e già Morandotti, ora passata di mano e generosamente prestata dal nuovo proprietario).Dopo Piero della Francesca, Signorelli incontra a Firenze il Verrocchio: da qui una svolta stilisitica, anche in questo caso riscontrabile nel confronto con opere dei “colleghi” contemporanei. Esposta anche la Pala di Sant’Onofrio, arrivata dal vicino Museo del Capitolo del Duomo e dipinta da Signorelli al suo ritorno da Roma, dov’era stato per la Cappella Sistina, con altre opere di alto livello.
Interessante il tentativo di riassemblare opere smembrate in antico e oggi disperse nei musei: missione compiuta almeno per l’Annunciazione di Volterra. La sezione perugina chiude con una serie di disegni.
A Orvieto è sicuramente il Duomo a farla da padrone: nella Cappella di San Brizio ci sono gli affreschi del Giudizio Universale, iniziato dal Beato Angelico e concluso dal Signorelli in tinte accese e figure espressive e dinamiche. Pur considerando la necessità, nella penombra del Duomo, di fare vedere le immagini, quello che se ne trae oggi è l’impressione di un Rinascimento “in technicolor” e bellissimo. Accanto al Duomo c’è il Museo dell’Opera del Duomo, che ospita altre opere e da cui si accede alla Libreria Albèri, la collezione del vescovo Antonio Alberi, decorata dal Signorelli e dalla sua bottega ispirandosi alle discipline presenti nella biblioteca. Riaperta per la mostra la chiesa dei Santi Apostoli. A Città di Castello sono documentati gli ultimi anni di attività del Signorelli e le numerose collaborazioni con i signori cittadini, i Vitelli. Gli commissionarono ritratti di famiglia e lavori per le principali chiese cittadine, che Signorelli, ormai maturo, realizzò lasciando ampio spazio esecutivo alla sua bottega, senza rinunciare a fornire suggerimenti, spunti, disegni.
Non finisce qui: come nelle altre grandi mostre organizzate in Umbria, è stato creato un itinerario allagato, che tocca anche altri siti con opere signorelliane: Morra e Umbertide in Valtiberina e – fuori regione – Sansepolcro, tanto per non smentire quell’attributo di “pelegrino” - non solo nell’ingegno ma anche nello spazio…. -attribuito a Signorelli dal pittore Giovanni Santi, padre di Raffaello.
Luca Signorelli “de ingegno et spirto pelegrino”
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria a Palazzo dei Priori
Orvieto, Duomo, Museo dell’Opera, chiesa dei Santi Apostoli
Città di Castello, Pinacoteca Comunale a Palazzo Vitelli alla Cannoniera
Fino al 26 agosto 2012