di Roberta BalzottiJoe Barbieri
Respiro (Microcosmo Dischi)
Un disco leggero e profumato, dal sapore antico; uno di quei dischi che, quando li incontri, ti lasci sedurre piacevolmente. In “Respiro”, Joe Barbieri, con voce lieve, ti conduce nel suo mondo dai colori tenui e ti fa viaggiare nella sua anima spesso melanconica. Parla d'amore, Joe Barbieri. Racconta di incontri, di distacchi, di attese. Lo fa accompagnato da un gruppo di musicisti che suonano come si suonava nei dischi di una volta e in alcuni momenti, sembra di stare in un jazz club (gli arrangiamenti sono di Antonio Fresa e dello stesso Barbieri).
Ci sono ospiti di prestigio, in quest'album. Ecco il pianoforte di Stefano Bollani, nella sensuale e struggente “Un Regno da disfare”. Ecco la tromba di Fabrizio Bosso in “'e vase annure”, in napoletano, e nella giocosa “Etape par etape par etape”, in francese. C'è la voce scura di Gianmaria Testa in “Le milonghe del sabato” e quella dell'uruguaiano Jorge Drexel in “Diario di una caduta”.
L'album di apre con la speziata “Zenzero e cannella” e si chiude con un valzer dal profumo di peonia “che si pavoneggia sul davanzale in abito da sera” (“Dal balconcino del quinto piano”). In mezzo, tra le altre canzoni, una “Diamoci del tu” che fa tornare alla mente il Quartetto Cetra, e “Sostanza e forma”, che ben si presta alle programmazioni radiofoniche. “Respiro” è un gioiello destinato a volare in alto, oltre i confini, e Joe Barbieri si conferma uno dei più raffinati cantautori, o meglio, chansonnier italiani dal profilo internazionale.