di Emanuela Gialli
Lo abbiamo contattato poco dopo la notizia delle sue dimissioni e ci ha risposto un secco “no comment”. Con il passare delle ore, il professor Ereditato ha deciso di scrivere una lettera. “Ho fatto il possibile per ammortizzare le tensioni interne, ma quando ho capito che avevano superato il livello di guardia, ho ritenuto opportuno offrire le mie dimissioni”. Offerte, non ancora accettate, dunque. Ereditato nella lettera spiega che “l’enorme interesse mediatico” della misura rilevata a settembre, ha provocato “un’anomala e per certi versi irrituale pressione sulla collaborazione Opera”. Le tensioni esterne si sono poi trasferite all’interno “con il rischio di perdere di vista gli obiettivi scientifici”. Un rischio, scrive Ereditato, che andava in tutti i modi evitato. Ecco allora le dimissioni.
Abbiamo insistito e questa volta siamo riusciti a parlarci al telefono un po’ più a lungo, da Ginevra, e ha accettato di rispondere alle nostre domande
Come è arrivato a questa decisione, professor Ereditato?
Secondo lei, perché ho scritto la lettera?
Per evitare questa domanda.
Appunto.
Però lei dice che c’è stato troppo clamore mediatico sul neutrino super-veloce. Colpa della stampa dunque?
Io non parlo mai di “colpe”. Ma certo converrà che, obiettivamente, c’è stata una forte attenzione da parte dei mezzi di informazione., sia per il primo annuncio, che per il secondo, relativo all’errore riscontrato nelle apparecchiature utilizzate per la misurazione.
Le tensioni interne non potrebbero essere state cause da altro, ad esempio da gelosie professionali? No, la prego, non mi faccia dire cose che non penso affatto.
Come sono state accolte le sue dimissioni, all’interno, mi riferisco agli scienziati finora coordinati da lei?
Come posso rispondere a questa domanda? Diciamo che anche in questo caso contro la mia volontà, una notizia così stupida ha avuto un’ampia risonanza, per cui ho ricevuto attestazioni di solidarietà da molti colleghi e da tutto il mondo.
Ma i colleghi del suo team che hanno detto?
Ho ricevuto solidarietà da molti.
Perché definisce “stupida” la notizia delle sue dimissioni?
Perché è una cosa che ci può stare. Un responsabile si deve accollare onori ed oneri.
Qualche critica nei suo confronti è arrivata anche dall’interno. Per qualcuno, bisognava essere più prudenti.
Fa parte della dialettica.
Il mondo scientifico è molto intransigente. Pensa che di questa vicenda resterà qualche traccia nel suo “curriculum”?
Guardi, quella del neutrino è una misura molto sensibile, che sarà ripetuta molte altre volte in futuro. E questo è un merito.
Sa già chi prenderà il suo posto?
No.
Ha intuito qualcosa? Sarà un italiano o uno straniero?
Guardi, proprio lo ignoro.
Antonio Ereditato resta nel progetto Opera, che tra l’altro nasce per studiare le “oscillazioni” (trasformazioni, ndr) del neutrino. Come spiegò qualche mese fa a Televideo, l’annuncio seguito da una smentita non è un’anomalia nella ricerca scientifica. Ma, per Ereditato, in questo caso c’è stato troppo allarme.
Il professore ora resta in Opera, ma non è più il portavoce.
Nell’opinione pubblica si sarà pure fatta strada l’idea della “brutta figura”, ma per noi che lo abbiamo conosciuto e seguito nei suoi interventi, improntati al rigore della prudenza, il professor Ereditato è la conferma della vivacità e del coraggio della scienza.