I film del week end


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Romanzo di una strage

di Juana San Emeterio

ROMANZO DI UNA STRAGE

di Marco Tullio Giordana, Italia 2012, drammatico (01 Distribution)
Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Michela Cescon, Laura Chiatti, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Giorgio Colangeli, Omero Antonutti, Thomas Trabacchi, Giorgio Tirabassi.

Ci vuole del coraggio ad affrontare un periodo così complesso della storia italiana come quello in cui accadde la strage di Piazza Fontana. Un capitolo quasi rimosso della storia del nostro Paese. Giordana ha avuto questo coraggio in nome del diritto di sapere.

"La disinformazione su questo capitolo cruciale è totale. Una nebbia confusa, una notte senza luna. Una massa sterminata di dati che finiscono per confondersi e cancellarsi a vicenda" ha detto il regista Marco Tullio Giordana. Un avvenimento in cui si intrecciano tanti mali cronici del nostro Paese con tanti interrogativi ancora aperti. Giordana insieme agli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli prova a mettere ordine in questa massa di informazioni ricostruendo quegli anni con rigore e libertà senza rinunciare a un giudizio. Non a caso il titolo del film è “Romanzo di una strage” per sottolineare che si tratta di un’opera e non di un documentario. Il titolo, inoltre è un omaggio a Pasolini che nel 1974 scrisse sul Corsera un articolo che recitava: "Cos'è questo golpe? Il romanzo delle stragi". Allora lo scrittore aveva detto: "Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove". "L'Io so di Pasolini si è allargato al Noi sappiamo- ha precisato Giordana- Non solo, ma abbiamo le prove. E' giunto il momento di raccontarle, di tirarle fuori".

Il film, suddiviso per maggiore chiarezza in quattro capitoli, inizia con la morte di Antonio Annarumma, il poliziotto ucciso durante una manifestazione dell’autunno caldo a Milano e finisce con l'omicidio del commissario Luigi Calabresi il 17 maggio 1972. Il fulcro è naturalmente la strage di piazza Fontana, il 12 Dicembre del 1969 alle ore 16.37 quando un'esplosione devasta la Banca Nazionale dell'Agricoltura, ancora piena di clienti. Muoiono diciassette persone e altre ottantotto rimangono gravemente ferite. Nello stesso momento, scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. E' evidente che si tratta di un piano eversivo. Il commissario Luigi Calabresi ( Valerio Mastandrea) e i suoi superiori, Marcello Guida ( Sergio Solli) e Antonino Allegra (Giacinto Ferro) sono convinti della matrice anarchica della strage così come delle decine di bombe esplose in città negli ultimi mesi. Fra i fermati c'è Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), un anarchico non-violento che Calabresi stima e sa perfettamente estraneo alla strage. E' invece arrestato Pietro Valpreda ( Stefano Scandaletti), un ballerino senza scritture, spesso in contrasto con Pinelli: il colpevole ideale, il mostro riconosciuto dal tassista Rolandi ( Francesco Salvi) che l'ha accompagnato in banca pochi minuti prima delle scoppio. Per ottenere da Pinelli la conferma della pericolosità di Valpreda, continuano a trattenerlo oltre i limiti di legge. Dopo 3 giorni di digiuno e insonnia, Pinelli precipita la notte del 15 dalla finestra dell'ufficio di Calabresi. Il commissario non è nella stanza ma - grazie ai goffi tentativi della Questura di giustificare l'accaduto - finisce per essere identificato come il diretto responsabile. Intanto a Treviso i giudici Pietro Calogero (Corrado Invernizzi) e Giancarlo Stiz (Diego Ribon) – grazie alle rivelazioni di Guido Lorenzon ( Andreapietro Anselmi) - scoprono una galassia di giovani neofascisti pronti a gesti clamorosi. Pur coperti e infiltrati dai servizi segreti, alcuni di loro hanno lasciato tracce evidenti. Giovanni Ventura (Denis Fasolo) e Franco Freda (Giorgio Marchesi) vengono arrestati insieme ad altri complici. Calabresi continua a indagare sulla strage, dubita della sua matrice anarchica e segue la nuova pista. Intanto a Roma al Quirinale c’è Saragat (Omero Antonutti) ed è ministro degli Esteri Aldo Moro (Fabrizio Giffuni) e sempre a Roma ci sono gli Affari Riservati.

Marco Tullio Giordana ci conduce nelle stanze del potere, negli uffici della questura, nelle case dei protagonisti e in quei luoghi pubblici e segreti dove si decideva la storia. Lo fa con maestria e semplicità mostrando quello che conosciamo e demolendo alcuni luoghi comuni su quegli anni. Lo fa raccontando a chi c’era e a chi come i ragazzi più giovani, non sa nulla di quegli anni ed ha il diritto di sapere. Il film mantiene la tensione sempre alta per tutta la sua durata fino al finale che non pone la parola fine ad una strage che ancora non ha colpevoli certi. Quel giorno ''l'Italia ha perso la sua verginità. La strage di piazza Fontana è stata un po’ il nostro 11 settembre'' ha detto Pierfrancesco Favino, che nel film “Romanzo di una strage” interpreta magistralmente l'anarchico Giuseppe Pinelli. La vicenda di Pinelli, ha sottolineato Favino, ''mi ha particolarmente coinvolto, anche perchè ho conosciuto la vedova e le figlie”. Il bravissimo Valerio Mastandrea, che nel film è il commissario Luigi Calabresi, ha detto di essersi preparato in maniera diversa: ''Per pudore ho preferito non incontrare la famiglia. Se la strage di Piazza Fontana fosse accaduta ieri sarebbe attualissima. Oggi siamo viziati da questo silenzio, dalle impunità, dai pregiudizi. Non è un caso se si è aspettato 40 anni per fare questo film”. Impossibile citare tutto il cast formato dalla meglio ‘gioventù’ degli attori italiani. Da non perdere.

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