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VULCANI: uno studio riivela come mi-
gliorare la previsione delle eruzioni
E' stata pubblicata sulla rivista
Science Advances la ricerca "Earthquake
frequency-magnitude distribution at
Mount Etna sheds light on magma ascent
in the volcano's plumbing system" cura-
ta da un team di ricercatori dell'Isti-
tuto Nazionale di Geofisica e Vulcano-
logia (INGV). Lo studio evidenzia come
le previsioni delle eruzioni vulcaniche
potrebbero essere migliorate grazie al-
l'analisi della relazione tra la quan-
tità di terremoti di bassa e di alta
magnitudo.
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Oggi i vulcani attivi in aree densamen-
te popolate vengono monitorati attra-
verso osservazioni geologiche e dati
geofisici e geochimici che forniscono
informazioni sui movimenti del magma
nella parte intermedia e superficiale
della crosta terrestre, mentre le fasi
di ricarica in profondità restano anco-
ra poco conosciute. Questi dati consen-
tono inoltre di avere informazioni sul-
l'attività vulcanica limitate perlopiù
a breve periodo.
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Studiare le variazioni nello spazio e
nel tempo del cosiddetto b-value, un
parametro sismologico che descrive
quanto spesso si verificano i terremoti
di bassa magnitudo rispetto a quelli
più forti, può consentire di investiga-
re i movimenti del magma dalla crosta
profonda fino alla superficie. Analiz-
zando vent'anni di sismicità registra-
ta nell'area dell'Etna, gli autori so-
no riusciti a distinguere le diverse
fasi della risalita del magma: dalla
ricarica nella crosta profonda, al tra-
sferimento e accumulo a profondità in-
termedie,fino all'ascesa in superficie.
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I risultati mostrano, inoltre, che le
variazioni di questo parametro potreb-
bero anticipare di mesi i segnali geo-
chimici legati alla risalita del magma.
Questo perché i terremoti rivelano
nell'immediato i movimenti del magma in
profondità, mentre i gas, prima di es-
sere rilevati in superficie, devono at-
traversare diversi chilometri della
crosta terrestre.
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