Scuola, e' in arrivo il nuovo sistema di valutazione. Su proposta del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, il consiglio dei Ministri ha avviato l'esame preliminare di uno schema di decreto che contiene la riforma delle regole attuali.
I test di valutazione degli apprendimenti degli studenti si 'allargano' e arrivano in quinta superiore (ma il testo non specifica se alla maturita' o in altro contesto). I risultati raggiunti dovranno essere pubblici. Le scuole dovranno predisporre piani di miglioramento, una volta conosciuti i livelli delle loro performance. E, soprattutto, per la prima volta, l'istituto di valutazione (Invalsi) analizzera' il cosiddetto valore aggiunto, ovvero il grado di miglioramento o peggioramento di uno studente fra ingresso e uscita da una data scuola. Messa da parte, almeno nel testo attuale, l'ipotesi di premi ai migliori. Ecco i punti centrali del regolamento. Il nuovo sistema si basera' su tre 'gambe', cosi' come aveva gia' proposto l'ex ministro Mariastella Gelmini: l'Invalsi, l'istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti, l'Indire (l'istituto che segue la formazione degli insegnanti), gli ispettori. Ruolo da protagoniste anche per le scuole che saranno il punto di partenza del processo attraverso procedure di autovalutazione.
Le nuove regole
Almeno ogni tre anni il ministro dell'Istruzione dovra' indicare le priorita' "strategiche" della valutazione del sistema educativo di cui l'invalsi dovra' tenere conto. Nella sede dell'istituto verra' insediata (senza oneri aggiuntivi) una conferenza di coordinamento del nuovi sistema di valutazione.
Piu' test per tutti - si allarga la mappa delle classi toccate dai test di valutazione degli apprendimenti dei ragazzi. Le rilevazioni saranno fatte su "base censuaria" in II e V elementare, I e II media, II superiore come gia' accade ora, ma si aggiunge la V superiore. Il testo che approda in cdm non specifica se il test si fara' alla maturita'.
Invalsi 'testa' del sistema - a guidare il sistema a tre gambe sara' l'invalsi, che, fra l'altro, dovra' elaborare i calendari delle visite da parte dei valutatori esterni nelle scuole. secondo il modello nord-europeo. L'istituto definira' gli indicatori di efficienza a cui le scuole e i loro dirigenti dovranno rispondere. L'indire (attuale ansas- agenzia per lo sviluppo dell'autonomia scolastica) dovra' sostenere i "processi di innovazione" delle scuole favorendo l'uso delle nuove tecnologie in ambito didattico. Sara' la spalla dei presidi, insomma, per l'aggiornamento e la formazione dei docenti anche attraverso la creazione di ambienti di e-learning.
Il ritorno degli ispettori - ritornano gli ispettori. Faranno parte dei nuclei di valutazione che si recheranno nelle scuole. Gli uffici scolastici territoriali, quando il regolamento entrera' in vigore, renderanno noti i posti disponibili per entrare nel corpo ispettivo.
Il processo di valutazione - parte nelle scuole che dovranno autovalutarsi in base ai dati forniti dall'invalsi che per la prima volta analizzera' il valore aggiunto degli istituti, ovvero il grado di miglioramento conseguito dagli studenti fra l'ingresso e l'uscita da una data scuola. Ci saranno poi valutazioni esterne da parte dei nuclei di ispettori. Gli istituti scolastici dovranno scrivere piani di miglioramento per innalzare le loro performance. I risultati raggiunti dovranno essere resi pubblici "in una dimensione di trasparenza".